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Nerd sport
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Freelance confessa: Faccio sport, ma solo perché mi piace

Scritto 4 anni fa e archiviato in Journal

Lo rivela ai nostri microfoni un cinquantenne della provincia di Lucca che preferisce rimanere anonimo, e ci spiega perché: “lo devo fare, stando tutto il giorno seduto davanti al monitor di un computer ho rischiato più volte l’atrofia muscolare… e poi non ho rinnovato l’abbonamento di Steam e mi manca l’azione”

Si, mi piace passare di palo in frasca, cazzeggiare e ultimamente parlare di fatti miei, magari trovando ispirazione in cose apparentemente poco interessanti. Quindi… in questo mese di lockdown ho continuato a fare attività fisica con costanza. Corsa e bici, o meglio, corsa e cyclette. Ho sempre amato camminare, andare in montagna tutte le volte che posso o anche camminare nei boschi intorno casa. Mi piace anche andare in mountain bike. Ma non ho mai preso queste miei passioni con serietà e soprattutto, non avendo tantissimo tempo, non con la frequenza che avrei voluto. Un paio di mesi fa, prima che fossimo tutti bloccati in casa, ho fatto le analisi del sangue e ho scoperto di avere la glicemia alta, molto alta… il medico mi ha prescritto un farmaco, in dosi molto leggere e mi ha consigliato di stare a dieta (ho omesso di dire che sono ingrassato una quindicina di chili in 3/4 anni) e di fare attività fisica il più spesso possibile.

Ora, non ero molto sicuro sul cosa fare, ho chiesto altri pareri e mi hanno confermato che non ero così al limite dal dover assumere farmaci e insomma, anche a me l’idea non piaceva granché. Mi sono quindi rivolto ad una dietologa che mi ha prescritto una dieta abbastanza rigorosa e ha rinnovato l’invito: fare attività fisica ogni giorno, dai 40 ai 60 minuti. E così faccio da circa tre mesi. Camminate, un po’ di corsa e bicicletta. Nonostante il monito di Bill Hicks.

il fatto che Keith Richards sia sopravvissuto a Jim Fixx, l’inventore del jogging morto a 52 anni mentre faceva jogging, è la prova che Dio esiste!Bill Hicks

Poi però è arrivato il blocco e il mio raggio di azione si è ridotto moltissimo. Per fortuna, vivendo in campagna, ho la possibilità di avere comunque un percorso da poter sfruttare, circa 1,5 km tra andata e ritorno che posso frequentare con tranquillità dietro casa e rispettando il raggio di 200 metri. Il problema però è la noia, la ripetitività della cosa, faccio 700 metri e torno indietro, altri 700 e di nuovo verso casa e così via e così via. La noia è la principale nemica della costanza, almeno per me, e ci vuole molta disciplina per ripetere lo stesso rituale tutti i giorni allo stesso modo… insomma, mi serviva un qualche boost per rimanere disciplinato.

Ho chiesto quindi aiuto a due amici che mi hanno consigliato due tabelle, una per la corsa e una per la bici, che cerco di seguire alternandole durante queste settimane di “clausura” forzata. Le sto sfruttando per motivarmi cercando di seguirle il più precisamente possibile; ma senza fanatismo, sono giusto una spinta in più per tenermi sulla retta via.

Questa cosa di aver bisogno di paletti per tenere alta la motivazione mi ha portato e mi porta a riflettere su quanto questo sia un meccanismo utile un po’ per tutte le attività (ah, il tempo libero). A livello lavorativo le scadenze sono una grossa seccatura ma sono anche necessarie per evitare di perdersi tra le tante decisioni che uno deve prendere. Evitare di procrastinare all’infinito. Lo stesso vale per le operazioni che richiedono creatività.

Complicare è facile, semplificare è difficile. Per complicare basta aggiungere tutto quello che si vuole, colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose… La semplificazione è il segno dell’intelligenza.Bruno Munari

Molto spesso, secondo me sbagliando, si pensa alle attività creative come attività svolte nella libertà assoluta… io stesso l’ho pensata in questo modo per moltissimi anni, ma poi ho capito che è quasi sempre vero il contrario: le regole, gli obblighi e i limiti sono una palestra formidabile per la creatività. Ti obbligano a lavorare più duramente, a concentrarti più a lungo, a durare fatica e a tagliare via gli orpelli inutili per restare sui punti focali… a fare le cose semplici. Alla fine ti liberano dalla costrizione più grande: il tuo ego.

Del resto Picasso diceva di aver impiegato una vita per imparare a disegnare come un bambino e secondo me la questione è esattamente la stessa.

Mentre sto pensando a queste cose, le regole, i paletti, la fatica e la disciplina, una parte di me sta grattando le unghie sulla lavagna; in questo periodo non sono temi facili da dibattere e io pure li vivo con un misto di civico rispetto e di sana riottosità… però lascio correre, anzi, vado a correre, con la mia bella tabella da rispettare e un obiettivo da raggiungere. Rimanere il più sano possibile in questo strano, malato e contraddittorio momento.

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