Poi ci sono i Page Builder che proverò a valutare di seguito, in maniera sommaria e parlandone malissimo.
I page builder sono quei plugin o framework che permettono di intervenire sullo stile del tema grafico, essenzialmente prevedendo una serie di aree modificabili con semplici drag&drop o inserimento di valori, dimensioni, colori, margini etc. In pratica, come da definizione, permettono la creazione di pagine in maniera semplice… e questo è sicuramente uno degli aspetti più funzionali. Rendere accessibile la personalizzazione grafica a chiunque. Possiamo costruire pagine senza avere nessuna esperienza di PHP, HTML e CSS, limitatamente a quello che il page builder prevede. Ma è davvero così? Questa possibilità offerta nasconde una serie di insidie, alcune ovvie, altre meno evidenti ma importantissime. Quelle ovvie: esiste comunque una curva di apprendimento che, anche nei casi migliori, richiede un po’ di pratica ed una minima padronanza nell’uso di un pannello di controllo, cosa non scontatissima. Altra insidia ovvia, l’eccessiva libertà creativa può portare a pastrocchi di ogni genere nell’uso dei colori, dei margini, della tipografia… insomma, dare le chiavi di una Ferrari al bambino non è mai una buona pratica. I principali Page Builder sono gratuiti. Vero, ma solo per il pacchetto di partenza. Internamente ognuno di questi framework ha un enorme mercato di addon a pagamento che dopo un primo utilizzo si dimostrano perlopiù essenziali. Dopo aver speso giornate a superare la curva di cui sopra l’utente medio si piegherà al pagamento di una piccola cifra per avere 5 post in home invece di tre, per lo slider gestito tramite categorie e così via in un crescendo che arriva tranquillamente a cifre interessanti. E poi ci sono le insidie nascoste, ma su questo vi chiedo la pazienza di leggere i prossimi paragrafi.
L’origine di questo “fenomeno” credo sia riconducibile a due diversi aspetti dell’evoluzione della creazione di siti web. Il primo è la nascita di tutti quei servizi che permettono la creazione di siti in maniera semplicissima attraverso editor WYSIWYG. Compresa la personalizzazione di WordPress tramite la registrazione di blocchi (da Visual Composer a Divi) o veri e propri plugin scaricatissimi e usatissimi tipo Elementor. Il secondo aspetto, partorito di conseguenza, credo, è l’introduzione da parte di Automattic di Gutenberg nel 2018. Ovviamente il mondo degli sviluppatori ha visto un notevole spiraglio e ci si è fiondato immediatamente abbandonando il classico sviluppo di temi per il nascente fenomeno dei page builder. La storia è più o meno questa, ovviamente non è una grande analisi ma è più o meno quello che è successo.
What you see is not what you doing
Molti ricorderanno che in passato c’erano già degli editor WYSIWYG… FrontPage prima e Dreamweaver poi venivano usati moltissimo e avevano una caratteristica peculiare evidente. Il codice che veniva fuori faceva schifo. Ovviamente sto estremizzando ma, un po’ per limiti dovuti ai primi passi di CSS, limiti tecnologici dei browser e poca attenzione da parte dei webmaster (quello era il termine, con tutto quello che voleva dire) avevamo a che fare con quelle che venivano definite “zuppe di codice”. Le tabelle “disegnavano” il layout e da un certo punto di vista era inevitabile… o meglio, ci voleva tanta pazienza e una gran voglia di sperimentare per evitare quel metodo.
Perché dico questo? Perché immancabilmente il ciclo storico ci ha riportato a quei giorni. Qui si nasconde la vera insidia, il vero dramma, almeno ai miei occhi. Permettetemi un esempio preso da un sito qualsiasi con un Page Builder qualsiasi, anzi, il più conosciuto, Elementor. Guardate il seguente codice:
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Non credo servano molti commenti, questo è quello che esce, dodici contenitori per arrivare al primo vero elemento della pagina, il link alla home con un’immagine al suo interno. Una vera e propria scatola cinese: un contenitore che contiene al suo interno un altro contenitore che contiene un altro contenitore e così via per ogni elemento della pagina.
Immaginate, al netto di quanto sia orribile una roba del genere anche solo per gli occhi, cosa vuol dire andare a personalizzare un tema gestito in quel modo. E succede. Succede che non tutto sia previsto dal Page Builder e che serva proprio quella cosa lì che non è prevista e non coperta nemmeno dall’ addon a 30 euro e quella serie di scatole cinesi vada interrotta in un certo punto. E allora son casini. Allora tocca chiedere a qualcuno di intervenire anche pesantemente, sullo stile se possibile. Oppure tocca ripensare completamente il tema… e quel metodo non è molto compatibile con una semplice modifica di un template o una pagina del tema. La frequenza con cui i page builder rilasciano aggiornamenti è elevatissima e se non si presta attenzione si rischia di ritornare ogni volta al punto di partenza. Meglio sviluppare allora un plugin per personalizzare quella parte scollegandola dal meccanismo del page builder… insomma, tocca lavorare per risolvere tutti quei casini che il nostro caro cugino Page Builder, semplice da usare, gratuito e modulare, aveva creato.